Giovedì 5 gennaio in Osimo, al centro, per le vie del mercato.
Venerdì 6 gennaio in Osimo, al centro, piazza Boccolino e presso la chiesa del San Carlo.
Domenica 8 gennaio in Osimo, al centro, piazza Boccolino
Ben 18 sigle aderiscono all’iniziativa per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto alle persone straniere. L’obiettivo è raccogliere 50 mila firme per due proposte di legge. Ad Osimo il comitato cittadino è composto da: Caritas Diocesana, Cgil, Cisl e Acli
Ancora saggi e civilissimi "diversi pareri" su una questione seria come quella della via migliore per integrare, anche con la piena cittadinanza, coloro che erano stranieri e sono venuti a lavorare e vivere con noi italiani. L’esperienza di un sacerdote come don Lagomarsini e di un giurista come il dottor Sangiani dimostrano, a mio parere, che leggi e regole servono, ma più di tutto serve una grande umanità in chi le applica e in chi vigila sul rispetto dei princìpi che le ispirano. Per quanto mi riguarda, continuo a pensare che la cultura dell’accoglienza e del rispetto per ogni vita o sono veri e, dunque, tutti interi o non sono. Quando dico questo, ovviamente, so bene che nella realtà si può essere giusti e amorevoli con i propri figli e, purtroppo, profondamente ingiusti e ostili con lo straniero o, viceversa, essere capaci di slanci verso chi viene da lontano e incapaci di riconoscere l’intangibilità della vita che viene da noi stessi. Voglio solo dire che dobbiamo imparare a non sminuzzare i grandi valori che danno senso – cioè profondità e direzione – al nostro cammino, alle nostre relazioni e alle nostre scelte. Constato, insomma, che solo una società che sa considerare intangibili il valore e la dignità della vita umana – dal suo primo inizio alla fine naturale e per tutto il suo corso – riesce ad accogliere e non fa 'selezioni' casuali e burocratiche o tristemente (e persino cinicamente) mirate a un qualche interesse.
Sull’immigrazione e sul modo di governarla secondo chiare e umane logiche – logiche, non pregiudizi di diversa natura – ci sono opinioni diverse, anche molto diverse. Le lettere che pubblico qui accanto lo dimostrano con toni civili e utili. Vorrei che il dibattito politico fosse altrettanto serio. Personalmente, condivido l’approccio del professor Placella. I concetti di “accoglienza”, “integrazione” e di riconoscimento dei piccoli e deboli sono esigenti: o si lavora per accoglierli tutti interi, per accogliere l’insopprimibile dignità di ogni vita umana, o la nostra umanità è fatta comunque a pezzi. Per preparare davvero il futuro ci è chiesto, quasi imposto, e proprio dal tempo di crisi e di confusione che viviamo, di mantenere e recuperare questa essenziale e vitale consapevolezza che può e deve accomunare chi crede e chi non crede: o l’accoglienza è tutta intera o non è.
Con la prima proposta di legge si vuole intervenire a modifica del’attuale meccanismo di riconoscimento della cittadinanza italiana, guardando finalmente al riconoscimento dello “ius soli”: così come accade in quasi tutta Europa, cittadino italiano è colui che nasce e risiede sul suolo italiano, a prescindere dalle origini dei propri genitori. Con questa proposta, che lega il nascituro alla residenza di almeno un anno in Italia da parte di almeno uno dei genitori stranieri, si potrà finalmente superare la scandalosa situazione di discriminazione attuale, che costringe i nuovi nati in Italia da genitori stranieri a restare in una sorta di “limbo” fino al raggiungimento dei 18 anni: a diritti ridotti e spesso messi in dubbio, senza nemmeno la certezza di un meccanismo automatico di riconoscimento.
La proposta di legge di “L’ITALIA SONO ANCHE IO”, inoltre, riduce a 5 anni (dai 10 attuali) la possibilità per lo straniero residente di richiedere la cittadinanza italiana ed allarga il potere di proposta (che va rivolta direttamente al Presidente della Repubblica) anche ai Sindaci.
La seconda proposta di legge,invece, allarga il diritto voto – per le sole elezioni amministrative – agli stranieri residenti da almeno cinque anni.
da Comitato "L'Italia sono anche io" |