venerdì 30 dicembre 2011

Riaprono i banchetti nel mese di GENNAIO

prossimi appuntamenti:

Giovedì 5 gennaio in Osimo, al centro, per le vie del mercato.

Venerdì 6 gennaio in Osimo, al centro, piazza Boccolino e presso la chiesa del San Carlo.

Domenica 8 gennaio in Osimo, al centro, piazza Boccolino


venerdì 16 dicembre 2011

L'Italia sono anch'io Osimo: domenica banchetto in Piazza con il lutto al braccio

Il comitato Osimano  della campagna L’Italia sono anch’io, Domenica mattina 18 dicembre sarà presente in Piazza Boccolino in OSIMO dalle ore 10 alle ore 12 per permettere  di raccogliere le firme sulle due proposte di legge di iniziativa popolare per i diritti di cittadinanza.
Il comitato osimano  esprime tutta la propria solidarietà e vicinanza alla comunità osimana di senegalesi ed esprime una ferma condanna dei drammatici episodi di razzismo avvenuti domenica scorsa a Torino e pochi giorni fa a Firenze culminati con la morte di due innocenti cittadini senegalesi.

Sabato 17 saremo in molte Parrocchie della diocesi, mentre domenica 18  dicembre saremo presenti nella piazza principale della nostra città, con il lutto al braccio, per una raccolta straordinaria di firme. Come ad Osimo in molte città italiane le  due giornata saranno dedicate alla lotta contro il razzismo e contro tutte le discriminazioni, perché simili episodi non si ripetano più.

mercoledì 14 dicembre 2011

".....Noi abbiamo figli nati qui, dove sono considerati stranieri"

Consegnate ai responsabili nazionali le prime 290 firme certificate dagli uffici elettorali dei  Comuni di Osimo e Castelfidardo

Quanto successo a Torino e ieri a Firenze deve fare riflettere. Diceva il Cardinale Martini di Milano:
“chi è orfano della casa dei diritti, difficilmente sarà figlio della casa dei doveri”.

".....Noi abbiamo figli nati qui, dove sono considerati stranieri "

venerdì 9 dicembre 2011

mercoledì 7 dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

Accoglienza e cittadinanza


Da “lettere al direttore” di AVVENIRE del 2 dicembre 2011

Accoglienza e cittadinanza
Caro direttore,
quando il presidente della Repubblica ha definito 'follia' non dare la cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia, anche se da figli di stranieri, non mi aspettavo come risposta un consenso universale. Mi aspettavo almeno l’apprezzamento unanime per un parere privato, ma espresso da un uomo pubblico di cui tutti conoscono la saggezza lungimirante. Ho visto invece un incredibile fuoco di sbarramento (non si può, è complicato, è troppo presto, ci sono cose più urgenti, ecc.) oppure un nicchiare imbarazzato. Ho giudicato improprio, ad esempio, l’accostamento della cittadinanza all’aborto. L’aborto è una piaga, un abominio, una ferita indelebile inferta alle donne, ma non si può cancellare con la firma di Napolitano su una decisione del Parlamento. Il rifiuto della cittadinanza ai bambini nati in Italia invece sì. Se proprio vogliamo tirare in ballo l’aborto, diciamo che, siccome oggi le donne che vi ricorrono maggiormente sono straniere, il rifiuto della cittadinanza ai loro figli (cioè il rifiuto di una tutela e di diritti che faciliterebbero il loro ingresso nella vita) è oggettivamente una spinta in più per la loro decisione di morte. Ma al di là di questo argomento, c’è un obbligo giuridico internazionale che dobbiamo onorare. Nella Convenzione sui diritti all’infanzia del 1989, ratificata dall’Italia il 22 maggio 1991, all’articolo 7 si legge tra l’altro che «il fanciullo è registrato immediatamente al momento della nascita» e da allora «ha diritto a un nome» e «ad acquisire la cittadinanza». La cittadinanza, è vero, potrebbe essere quella del Paese di origine dei genitori, ma – sempre secondo lo stesso articolo 7 – l’Italia dovrebbe 'vigilare' perché ciò avvenga; in caso contrario, dice la Convenzione con tono sanzionatorio, «il fanciullo verrebbe a trovarsi apolide». Visto e considerato, quella della cittadinanza alla nascita è ancora la strada più semplice, la più umana, la più cristiana, la più vantaggiosa sia per il bambino nostro prossimo che per un’Italia in crisi demografica. Mali come pregiudizi, grettezze, miopie etnico-politiche? Solo con prese di posizione limpide e coraggiose possiamo pensare di sconfiggerli. don Sandro Lagomarsini

Caro direttore,
seguo con interesse la discussione sulla concessione della cittadinanza italiana. Posso raccontare una esperienza mia e di mia moglie. Nel 1991 aiutammo (come Centro di aiuto alla vita) una coppia di immigrati dall’Asia che attendeva il primo figlio, nato poco dopo nella nostra città. I genitori, cristiani, ci proposero di esserne i padrini di battesimo. Nell’anno 2009 il figlioccio compì il 18° anno ed esercitò il diritto di diventare cittadino italiano. Ora, dopo la maturità classica, studia alla Alma Mater di Bologna, con profitto e una borsa di studio. Nel 1996 la coppia ebbe una figlia e nel 2002 un secondo maschio. Il padre, dopo più di dieci anni di regolare residenza in Italia, ha chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana.
Ora anche i due figli minori sono cittadini italiani. Ergo: non comprendo cosa si debba cambiare nella nostra legge, visto che funziona bene (a parte la lentezza burocratica, che non dipende dalla legge di cittadinanza, ma da altre cause ben note). Semmai, potrebbe esserci il problema degli irregolari e dei clandestini o di immigrati regolari che, anche dopo dieci anni di residenza, non riescono a ottenere la cittadinanza perché non possono dimostrare di essere nelle condizioni stabilite dalla legge. Si potrebbe, perciò, intervenire per modificare alcune di queste condizioni, senza però indulgere su problemi di sicurezza e di regolarità fiscale e previdenziale. Infine non ci pare che sia opportuno incidere così radicalmente sulla legge, introducendo il jus soli (come negli Usa, che hanno un passato ben diverso dal nostro) senza un preventivo concerto europeo, dal momento che, assieme alla cittadinanza di uno Stato membro della Ue, si acquista automaticamente anche la cittadinanza europea (a 27 Stati). Attilio Sangiani
  

Ancora saggi e civilissimi "diversi pareri" su una questione seria come quella della via migliore per integrare, anche con la piena cittadinanza, coloro che erano stranieri e sono venuti a lavorare e vivere con noi italiani. L’esperienza di un sacerdote come don Lagomarsini e di un giurista come il dottor Sangiani dimostrano, a mio parere, che leggi e regole servono, ma più di tutto serve una grande umanità in chi le applica e in chi vigila sul rispetto dei princìpi che le ispirano. Per quanto mi riguarda, continuo a pensare che la cultura dell’accoglienza e del rispetto per ogni vita o sono veri e, dunque, tutti interi o non sono. Quando dico questo, ovviamente, so bene che nella realtà si può essere giusti e amorevoli con i propri figli e, purtroppo, profondamente ingiusti e ostili con lo straniero o, viceversa, essere capaci di slanci verso chi viene da lontano e incapaci di riconoscere l’intangibilità della vita che viene da noi stessi. Voglio solo dire che dobbiamo imparare a non sminuzzare i grandi valori che danno senso – cioè profondità e direzione – al nostro cammino, alle nostre relazioni e alle nostre scelte. Constato, insomma, che solo una società che sa considerare intangibili il valore e la dignità della vita umana – dal suo primo inizio alla fine naturale e per tutto il suo corso – riesce ad accogliere e non fa 'selezioni' casuali e burocratiche o tristemente (e persino cinicamente) mirate a un qualche interesse.
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Il comitato cittadino “L’Italia sono anchio”.

Cerchiamo volontari per la raccolta di firme da effettuare davanti ai supermercati  e nelle piazze delle nostre città
Chi è interessato può contattare la Caritas Diocesana di Osimo (don Flavio)
o può inviarci una mail all'indirizzo: osimo.litaliasonoanchio@gmail.om

lunedì 5 dicembre 2011

Buona raccolta, questa mattina a Castelfidardo

Raccolte questa mattina a CASTELFIDARDO tra le vie del mercato, più di 100 firme
Vi ricordo che a Castelfidardo, prosegue la raccolta firme presso la casa  Comunale, ufficio elettorale durante gli orari di apertura al pubblico.
Il comitato cittadino “L’Italia sono anchio”.

Cerchiamo volontari per la raccolta di firme da effettuare davanti ai supermercati  e nelle piazze delle nostre città
Chi è interessato può contattare la Caritas Diocesana di Osimo (don Flavio)
o può inviarci una mail all'indirizzo: osimo.litaliasonoanchio@gmail.om

sabato 3 dicembre 2011

L’accoglienza o è intera o non è


Da “lettere al direttore” di AVVENIRE del 24 novembre 2011
L’accoglienza o è intera o non è
Caro direttore,
per una vita sono stato istintivamente contro i comunisti e quando ho sentito dire una cosa giusta (per me) dal presidente Napolitano, ho pensato, con la malizia dell’età, che fosse facile, sedendo sulla prima poltrona del Paese. Ma con poche delusioni (decreto per salvare Eluana, per esempio), ho dovuto ricredermi. E, quando il Tonino nazionale l’offendeva un giorno sì e un altro pure, mi chiedevo dove fosse la magistratura. In quest’ultimo anno ho apprezzato moltissimo, con un massimo quando ha trovato il modo (fulmineo) di risolvere il problema che ci aveva portato sull’orlo dell’abisso. Ma oggi è stata una doccia fredda quando ho sentito del discorso sulla cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia: «Negarla è un’autentica follia, un’assurdità». O bella: non m’ero ancora accorto di essere un folle! Certo, si può sbagliare per una vita, un secolo, un millennio ed è giusto correggere l’errore trasmesso di generazione in generazione, ma pensiamoci bene. Da qui a Natale (come vorrebbe qualche ben pensante) passa un mese, solo un mese, cioè un attimo: con tanti problemi veri e importanti, vogliamo abbattere un sistema millenario solo in un mese? Pensiamoci, ma seriamente, non ubriacati da ideologie o, peggio, pensando alle elezioni prossime venture, come usano i politicanti nostrani e una intellighentia religiosamente autoreferenziale. Oltretutto sono solo due sistemi, ambedue buoni, ch’io sappia. E non c’è da correggere nulla, solo di passare dall’uno all’altro: o jus sanguinis o jus soli.
Mario Grosso, Gallarate (Va)

Caro direttore, condivido pienamente l’auspicio del presidente della Repubblica affinché i bimbi figli di stranieri nati in Italia abbiano la cittadinanza italiana. Ma ancora più pressante è il grido silenzioso dei cinque milioni di bimbi ai quali è stato negato addirittura di nascere grazie alla iniqua legge 194 (così la definirono i vescovi all’indomani della sua promulgazione). Noi cattolici siamo prudenti e peritosi: non è il momento di parlare di queste cose, c’è la crisi. Ma altri non ha scrupolo a porre sul tappeto altri (sia pur giusti) problemi. Vincenzo Placella, Napoli

Caro direttore, noto con grande piacere che il presidente Napolitano è intervenuto sul tema della cittadinanza ai figli nati in Italia dagli stranieri che lavorano qui. Ho sempre sostenuto che i figli di quanti giungono da noi debbano essere considerati italiani a tutti gli effetti: per fortuna ora la voce giunge dalla massima autorità dello Stato! Penso inoltre che sia doveroso per le istituzioni rivedere le norme sulla cittadinanza. Molti amici stranieri mi hanno recentemente riferito che per loro poter votare sarebbe il miglior modo di dire un bel “grazie” all’Italia. Altra cosa su cui bisogna riflettere è il riconoscimento dei titoli di studio e universitari: come sappiamo, il nostro Paese non riconosce i titoli di molti Stati. La conseguenza di ciò è che molti lavoratori stranieri, pur avendo titoli elevati, devono comunque adattarsi a lavori umili che non corrispondono alle tante fatiche fatte. Potrei citare il caso di una persona filippina laureata nel suo Paese in Economia e Commercio che però in Italia si deve accontentare di fare la domestica. Spero quindi che vengano finalmente riconosciuti a tutti gli stranieri i loro diritti. Giorgio, Genova

Caro direttore, penso che il presidente della Repubblica parlando di “follia” riguardo a chi non la pensa come lui in materia di cittadinanza agli immigrati nati su suolo italico abbia veramente esagerato. Non siamo in una democrazia presidenziale, e l’immigrazione è un tema estremamente complesso e delicato sul quale non è saggio farsi guidare dalle emozioni “politicamente corrette”. La solidarietà è un conto (e ci sono mezzi più efficaci per metterla in campo), l’ingenuità tutt’altra cosa. Non ci vuole molto a capire che se una riforma del genere fosse approvata, l’Italia diventerebbe il rifugio di una folta schiera di disperati con mogli incinte al seguito (magari più d’una per lo stesso marito), tutti speranzosi che ottenendo la cittadinanza per il proprio neonato, nessuno potrebbe più allontanare dall’Italia i suoi genitori, che quindi dovrebbero essere forniti di permesso di soggiorno. È anche prevedibile che avremmo problemi da parte dell’Unione Europea, o quanto meno di molti Paesi membri. Basta ricordare cosa è successo per poche migliaia di profughi tunisini ansiosi di raggiungere Francia e Belgio: sospensione della libera circolazione delle persone. Mi chiedo come i nostri politici possano essere così balzani da partorire certe idee... ma l’emergenza dell’economia e la crisi finanziaria che fine hanno fatto? Comincio a sentire puzza di bruciato...Mauro Z.

Sull’immigrazione e sul modo di governarla secondo chiare e umane logiche – logiche, non pregiudizi di diversa natura – ci sono opinioni diverse, anche molto diverse. Le lettere che pubblico qui accanto lo dimostrano con toni civili e utili. Vorrei che il dibattito politico fosse altrettanto serio. Personalmente, condivido l’approccio del professor Placella. I concetti di “accoglienza”, “integrazione” e di riconoscimento dei piccoli e deboli sono esigenti: o si lavora per accoglierli tutti interi, per accogliere l’insopprimibile dignità di ogni vita umana, o la nostra umanità è fatta comunque a pezzi. Per preparare davvero il futuro ci è chiesto, quasi imposto, e proprio dal tempo di crisi e di confusione che viviamo, di mantenere e recuperare questa essenziale e vitale consapevolezza che può e deve accomunare chi crede e chi non crede: o l’accoglienza è tutta intera o non è.

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Il comitato cittadino “L’Italia sono anchio”.

Cerchiamo volontari per la raccolta di firme da effettuare davanti ai supermercati  e nelle piazze delle nostre città
Chi è interessato può contattare la Caritas Diocesana di Osimo (don Flavio)
o può inviarci una mail all'indirizzo: osimo.litaliasonoanchio@gmail.om

giovedì 1 dicembre 2011

Cittadinanza ai figli di immigrati: cosa dice la Costituzione

Nella sua ormai frequente opera di esternazione, il Presidente della Repubblica è recentemente intervenuto sul tema delle modalità di acquisto della cittadinanza, in particolare con riguardo ai figli degli immigrati che vivono in Italia. E lo ha fatto usando parole particolarmente forti, laddove egli ha posto l’accento «su quella che è un’autentica, non so se definirla follia o assurdità, cioè quella dei bambini di immigrati nati in Italia che non diventano cittadini italiani». Ove «follia» lascia intendere che si tratti di una soluzione sbagliata e del tutto inopportuna, mentre il termine «assurdità» rivela un giudizio relativo alla stessa utilità che un siffatto riconoscimento avrebbe per i «nostri» interessi di italiani, sia sul versante sociale che su quello più propriamente economico. Dimensione, quest’ultima, esplicitata nelle parole del Presidente: l’aspirazione di tali giovani «dovrebbe corrispondere anche a una visione nostra, nazionale, volta ad acquisire delle giovani nuove energie ad una società abbastanza largamente invecchiata (se non sclerotizzata)».
Alcuni esponenti della Lega nord  hanno accusato il Capo dello Stato di muoversi «al limite della costituzionalità» (Castelli) ovvero di operare «uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione» (l’appena decaduto Ministro dell’’nterno Roberto Maroni). Quali sarebbero dunque le violazioni della Costituzione di una siffatta proposta? Quali articoli della Costituzione impedirebbero l’allargamento o il cambiamento dei criteri di acquisto della cittadinanza?
Purtroppo non è facile risalire alle fonti del pensiero (costituzionale) leghista in materia, perché l’unico articolo della Costituzione che parla di cittadinanza è il 22, ed in esso è stabilito soltanto che «Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome». Dunque si fa riferimento alla sola perdita della cittadinanza (per indicare, oltretutto, soltanto che essa non possa dipendere da motivi politici), ma non all’acquisto: i criteri per acquisire la cittadinanza sono pienamente nella discrezionalità del legislatore ordinario, perché la Costituzione non ha stabilito alcun limite alla libertà del Parlamento in tal senso. Di altri limiti, in Costituzione, non vi sono tracce.
Nella sua discrezionalità, il legislatore italiano, nel 1992, ha stabilito un criterio preferenziale generale: lo ius sanguinis (per cui la cittadinanza si acquista per discendenza da cittadini italiani), lasciando ad altri criteri (lo ius soli, la naturalizzazione, l’acquisto per meriti, ecc.) un ruolo marginale e limitato a particolari circostanze.
Tale criterio generale è coerente ad una situazione di Paese con limitati flussi immigratori e magari con significativi flussi migratori verso l’esterno: ove la cittadinanza è riconosciuta dunque anche a chi nasce e risiede all’estero, ma da genitori o avi italiani. Lo scopo di tale criterio tende a garantire una più stretta connessione tra l’appartenenza al «popolo» (inteso appunto come l’insieme di coloro che hanno la cittadinanza) e l’appartenenza alla «nazione» (intesa come insieme di elementi identitari dati dalla comune lingua, dalle tradizioni comuni, dalla cultura, ecc.): si preferisce dunque riconoscere come cittadini anche coloro che sono "italiani" pur non vivendo in Italia.
L’altro criterio possibile, quello dello ius soli, è invece adottato nei Paesi con più forti tradizioni di immigrazione (Stati uniti, stati sudamericani, Australia, ecc.), e fa dipendere l’acquisto della cittadinanza dal fatto di nascere sul territorio di quello stato, indipendentemente dalle appartenenza identitarie. Esso mira, evidentemente, ad una maggiore integrazione delle persone immigrate, ma anche ad un loro pieno coinvolgimento nella vita e nelle attività dello Stato.
Se dunque tra questi due modelli l’Italia, nel 1992, ha scelto il primo, oggi, a distanza di vent’anni e con un significativo cambiamento nel tessuto sociale,  pare opportuno porre il tema di quale modello utilizzare per il futuro: e la scelta tra l’uno e l’altro, occorre ribadire, non è di tipo costituzionale, ma riservata al legislatore ordinario. Il quale, come detto, può fare quello che ritiene più opportuno e più rispondente alle esigenze sociali presenti e future, senza che tale scelta sia condizionata dalla Costituzione: tanto è vero che anche nella legge vigente vi sono disposizioni che riconoscono lo status civitatis a chi non ha discendenti italiani, e mai si è posto un problema di costituzionalità al loro riguardo. In tal senso, o meglio anche in tal senso, la nostra Costituzione dimostra di comprendere che la società italiana poteva cambiare nel corso degli anni, e che quindi ha lasciato al legislatore la possibilità di adeguare i criteri di acquisto della cittadinanza alle mutate esigenze sociali. Il Parlamento si assuma dunque le sue responsabilità, rese ancor più palesi dall’intervento del Capo dello Stato.

martedì 29 novembre 2011

Giovedì 1 dicembre raccolta firme al Mercato di Osimo

Carissimi,
vi informiamo che in tutt’Italia è partita  la campagna "L'italia sono anch'io". Iniziativa che promuove la concessione della cittadinanza ai bambini nati sul territorio nazionale da genitori stranieri.
Alle due proposte di legge di iniziativa popolare, una per la cittadinanza e l'altre per i diritti politici, hanno aderito molte associazioni (ARCI, CGIL, ACLI, CISL, Caritas,ecc...), molte istituzioni e rappresentanti istituzionali locali e nazionali.
Recentemente si è espresso a favore di queste tematiche anche il nostro Presidente della Repubblica.
Davanti  a questo ennesimo appello alla civiltà da parte di Napolitano,  risponderemo presentandoci al mercato per raccogliere firme e sensibilizzare i nostri concittadini su un tema la cui discussione non è più prorogabile.
Vi invitiamo dunque a venire a trovarci per firmare GIOVEDI’ 1 DICEMBRE  al mercato di OSIMO dalle 9:30 alle 13:00, e a condividere la nostra iniziativa con tutti i vostri conoscenti.
Vi ricordiamo inoltre che potranno firmare solo chi risulta iscritto nelle liste elettorali del Comune di Osimo, e che è possibile firmare anche presso la casa  Comunale, ufficio elettorale durante gli orari di apertura al pubblico.
Il comitato cittadino “L’Italia sono anchio”.



Cerchiamo volontari per la raccolta di firme da effettuare Sabato mattina  3 DICEMBRE dalle ore 9,30 alle ore 12,30.davanti il supermercato “Le Fornaci” di Osimo .
  Aspettiamo disponibilità

“L’Italia sono anche io” va in piazza ad Osimo e Castelfidardo

“L’Italia sono anche io” va in piazza ad Osimo e Castelfidardo

Osimo
Comunicato  stampa

“ Diamo valore ai 150 anni della nostra storia, nel nome della dignità umana  e della solidarietà.”
“L’Italia sono anche io”  va in piazza, ad Osimo e Castelfidardo, in occasione dei mercati:
si avvia la raccolta di firme in calce alle due proposte di legge di iniziativa popolare
Prende il via questa settimana ad Osimo – e lunedì prossimo a Castelfidardo -  l’attività di raccolta firme a sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare, nate da una elaborazione di base dell’ANCI (Associazione dei Comuni Italiani)  fatta propria da un Comitato Nazionale che vede assieme forse sociali e sindacali, associazioni, strutture di volontariato.
A livello locale, del Comitato “L’ITALIA SONO ANCHE IO: Campagna per i diritti di cittadinanza”fanno parte, in fase di primo avvio, ACLI, Caritas, CGIL e CISL.
I tavoli per la raccolta firme saranno presenti al mercato di Osimo durante il mercato del prossimo giovedì e per altri seguenti; in quello di Castelfidardo,  lunedì 5 e lunedì 12 dicembre.
Per poter firmare, occorre solo portare con sé un documento di identità.
Al centro della mobilitazione due, distinte, proposte di legge di iniziativa popolare, che recano il segno dell’inclusività sociale, del rispetto umano – in particolare nei confronti di minori – a prescindere da qualsiasi distinzione etnica, della solidarietà e del reciproco rispetto.
Con la prima proposta di legge si vuole intervenire a modifica del’attuale meccanismo di riconoscimento della cittadinanza italiana, guardando finalmente al riconoscimento dello “ius soli”: così come accade in quasi tutta Europa, cittadino italiano è colui che nasce e risiede sul suolo italiano, a prescindere dalle origini dei propri genitori. Con questa proposta, che lega il nascituro alla residenza di almeno un anno in Italia da parte di almeno uno dei genitori stranieri, si potrà finalmente superare la scandalosa situazione di discriminazione attuale, che costringe i nuovi nati in Italia da genitori stranieri a restare in una sorta di “limbo” fino al raggiungimento dei 18 anni: a diritti ridotti e  spesso messi in dubbio, senza nemmeno la certezza di un meccanismo automatico di riconoscimento.
La proposta di legge di “L’ITALIA SONO ANCHE IO”, inoltre, riduce a 5 anni (dai 10 attuali) la possibilità per lo straniero residente di richiedere la cittadinanza italiana ed allarga il potere di proposta (che va rivolta direttamente al Presidente della Repubblica) anche ai Sindaci.
La seconda proposta di legge,invece, allarga il diritto voto – per le sole elezioni  amministrative – agli stranieri residenti da almeno cinque anni.
Fino al prossimo febbraio, inoltre, sarà possibile recarsi presso  tutti i Comuni della Zona  Sud di Ancona, per apporre liberamente la propria firma certificata.
Nei giorni scorsi il Comitato ha trovato una grande spinta morale e una forte base di condivisione nelle parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è chiaramente espresso a favore di norme che riconoscano i diritti di quanti nascano e vivano in Italia, seppur figli di stranieri.
Osimo, 29/11/2011                    Il Comitato cittadino “L’Italia sono anch’Io


giovedì 24 novembre 2011

L’ITALIA SONO ANCH’IO: anche a FILOTTRANOsi può FIRMARE PER UNA LEGGE GIUSTA

L’ITALIA SONO ANCH’IO:
anche a FILOTTRANO  si può FIRMARE PER UNA LEGGE GIUSTA

L’Italia sono anch’io, si può firmare anche a Filottrano.
Entro febbraio 2012 occorre raggiungere l’obiettivo di 50mila firme in calce a ciascuna delle due proposte di legge.
Da domani 25 novembre si può firmare anche presso la casa comunale di Filottrano, presso gli sportelli dell’Ufficio Elettorale della sede centrale del Comune nei seguenti orari:
- da lunedì al venerdì: dalle ore 9.00 alle ore 13.00
- il giovedì pomeriggio dalle ore 16,00 alle ore 18,50. 

requisiti: diciotto anni compiuti - essere iscritti nelle liste elettorali del Comune di Filottrano e essere in possesso di un documento valido d'identità

18 IUS SOLI

NON SONO IMMIGRATI,
NON VENGONO DA UN ALTRO PAESE,
NON HANNO ATTRAVERSATO FRONTIERE.
SONO QUI DALL'INIZIO
DELLA LORO VITA.
SONO ITALIANI MA NON
PER LA NOSTRA LEGGE, OGGI IN VIGORE


martedì 22 novembre 2011

L’ITALIA SONO ANCH’IO: ad OSIMO si può FIRMARE PER UNA LEGGE GIUSTA

L’Italia sono anch’io, si può firmare  ad Osimo.
Entro febbraio 2012 occorre raggiungere l’obiettivo di 50mila firme in calce a ciascuna delle due proposte di legge.
Da oggi 22 novembre si può firmare anche presso il   comune di OSIMO, presso gli sportelli dell’Ufficio Elettorale della sede centrale del Comune nei seguenti orari:
- lunedì dalle ore 8,45 alle ore 12,15;
- martedì dalle ore 8,30 alle ore 12,15;
- mercoledì dalle ore 8,45 alle ore 12,15;
- giovedì dalle ore 8,30 alle ore 13,00;
- venerdì dalle ore 8,45 alle ore 12,15;
- sabato dalle ore 8,30 alle ore 12,00

lunedì 21 novembre 2011

L’ITALIA SONO ANCH’IO: anche a Castelfidardo si può FIRMARE PER UNA LEGGE GIUSTA

L’Italia sono anch’io, si può firmare anche a Castelfidardo.
Entro febbraio 2012 occorre raggiungere l’obiettivo di 50mila firme in calce a ciascuna delle due proposte di legge.
Da domani 22 novembre si può firmare anche presso il   comune di Castelfidardo, presso gli sportelli dell’Ufficio Elettorale della sede centrale del Comune nei seguenti orari:- tutte le mattine dalle ore 9 alle  ore 12,30
- il giovedì pomeriggio dalle ore 16,00 alle ore 18,30.
 

domenica 20 novembre 2011

Parte anche ad Osimo la campagna " L'Italia sono anch'io "

La Campagna Nazionale "L'Italia sono anch'io" anche ad Osimo


Il 15 settembre scorso, è stata presentata ed illustrata ad Ancona la campagna di raccolta firme per due proposte di legge di iniziativa popolare finalizzate alla riforma della cittadinanza e al riconoscimento del diritto di voto amministrativo agli stranieri, da parte delle ACLI-Marche e della Caritas Diocesana di Ancona-Osimo per la delegazione Regionale Caritas.
E’ nato quindi  un Comitato regionale che provvederà non solamente ad organizzare la raccolta delle firme ma promuoverà tutte le iniziative culturali che debbono accompagnare una simile iniziativa. Hanno aderito oltre alle Acli e  alla Caritas anche l'Arci , la Cgil e l'Ugl e numerosissime altre associazioni.
 
Nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia, la Campagna per i diritti di cittadinanza e di voto, cresciuta in un Paese in cui già oggi vivono oltre 5 milioni di persone di origine straniera e circa un milione di bambini e minori nati in Italia ma non italiani di diritto, si pone lo scopo di portare all'attenzione dell'opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità per chiunque nasca o viva nel nostro Paese di partecipare pienamente alle scelte delle comunità.

LE DUE PROPOSTE DI LEGGE
1. Riconoscere il diritto di cittadinanza italiana per tantissimi minori, nati da genitori stranieri regolari, che crescono e vivono in Italia come italiani. Riconoscere il diritto di cittadinanza italiana per gli stranieri soggiornanti in Italia da almeno 5 anni.

2. Riconoscere il diritto di voto attivo e passivo nelle Amministrazioni Comunali, Provinciali, Regionali agli stranieri, dopo 5 anni di regolare soggiorno in Italia.


giovedì 17 novembre 2011

L’ITALIA SONO ANCH’IO COMITATO OSIMO

Nelle prossime settimane il comitato renderà visibile la propria attività organizzando momenti in cui raccogliere le adesioni dei cittadini.
Per ogni informazione, per chi vuole collaborare e rendersi disponibile nelle varie attività che verranno promosse: italiasonoanchio.osimo@gmail.com, o fare riferimento alla Caritas Diocesana, responsabile  Don Flavio  Ricci.

domenica 13 novembre 2011

Nasce anche ad Osimo il Comitato 'L'Italia sono anche io'


Costituito anche ad Osimo - dopo la nascita, ad ottobre, di quello provinciale - il Comitato cittadino per la campagna “L’Italia sono anche io: Campagna per i diritti di cittadinanza”: ne fanno parte, in fase di primo avvio, ACLI, Caritas, CGIL e CISL. Il Comitato – che a livello nazionale è composto da 18 associazioni e presieduto dal Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Del Rio – ad Osimo è coordinato da Don Flavio Ricci, Direttore della Caritas per la diocesi Ancona-Osimo.
Al centro della mobilitazione due, distinte, proposte di legge di iniziativa popolare, che recano il segno dell’inclusività sociale, del rispetto umano – in particolare nei confronti di minori – a prescindere da qualsiasi distinzione etnica, della solidarietà e del reciproco rispetto.

Con la prima proposta di legge si vuole intervenire a modifica del’attuale meccanismo di riconoscimento della cittadinanza italiana, guardando finalmente al riconoscimento dello “ius soli”: così come accade in quasi tutta Europa, cittadino italiano è colui che nasce e risiede sul suolo italiano, a prescindere dalle origini dei propri genitori. Con questa proposta, che lega il nascituro alla residenza di almeno un anno in Italia da parte di almeno uno dei genitori stranieri, si potrà finalmente superare la scandalosa situazione di discriminazione attuale, che costringe i nuovi nati in Italia da genitori stranieri a restare in una sorta di “limbo” fino al raggiungimento dei 18 anni: a diritti ridotti e spesso messi in dubbio, senza nemmeno la certezza di un meccanismo automatico di riconoscimento.

La proposta di legge di “L’Italia sono anche io”, inoltre, riduce a 5 anni (dai 10 attuali) la possibilità per lo straniero residente di richiedere la cittadinanza italiana ed allarga il potere di proposta (che va rivolta direttamente al Presidente della Repubblica) anche ai Sindaci.

La seconda proposta di legge,invece, allarga il diritto voto – per le sole amministrative – agli stranieri residenti da almeno cinque anni: esattamente la proposta avanzata, fin dal 2005, dall’ANCI (l’Associazione Nazionale dei Comuni).

Le Associazioni promotrici si sono riunite per la prima volta, nei giorni scorsi, per definire i termini di una azione di sensibilizzazione diffusa e di promozione pubblica, che parli alle istituzioni locali come alle forze politiche, alle tante associazioni e circoli esistenti e, soprattutto, ai singoli cittadini: con l’intento di recare un contributo consistente all’obiettivo nazionale di raccolta firme che si concluderà entro il prossimo febbraio.

Nelle prossime settimane si cercherà di informare quanti frequentano i tanti Circoli in città e si chiederà l’adesione a politici ed amministratori. Si coglierà inoltre l’occasione delle giornate di mercato, il giovedì, per andare a raccogliere le firme in piazza, con volantinaggi e banchetti informativi; in parallelo con la campagna di affissioni di prossimo avvio nella provincia.

Il Comitato è aperto a quanti, cittadini ed associazioni, vorranno contribuire, fattivamente e nelle maniere più diverse, a sostenere questa campagna di civiltà e modernità.
da Comitato "L'Italia sono anche io"

venerdì 11 novembre 2011

4 NUOVI D DAY NAZIONALI PER LA RACCOLTA FIRME


 Una riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni.
Per raggiungere questi obiettivi le due proposte di legge di iniziativa popolare debbono raccogliere 50mila firme entro la fine di febbraio 2012.  Ci sono oltre cento città al lavoro con altrettanti comitati e migliaia di volontari che stanno raccogliendo firme.

Dopo il successo del d day del 1° ottobre, il Comitato promotore nazionale propone ora quattro nuovi d-day nazionali di raccolta firme sui quali concentrare la nostra attività:

sabato  19 novembre 2011 - 2° d-day nazionale  “l’Italia sono anch’io” di raccolta firme

sabato 17 e domenica 18 dicembre 2011 - Giornata globale dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie - 3° d-day nazionale di raccolta firme “l’Italia sono anch’io”

Prossimi d day nazionali sono in programmazione nel 2012: sabato 21 gennaio 2012sabato 4 e domenica  5 febbraio  2012 a 20 anni dalla legge 91 sulla cittadinanza del 5 febbraio 1992    e sabato 3 marzo 2012 - ultimo giorno prima della chiusura della campagna.

Le principali iniziative appositamente organizzate e segnalate a info@litaliasonoanchio.it verranno pubblicate sul sito.